Tintura

Fin dall'alba dei tempi, l'umanità ha sempre cercato un modo per personalizzare il proprio aspetto, anche e soprattutto attraverso i vestiti. Non si tratta solo di una questione estetica: nei secoli, determinati colori rappresentavano l'appartenenza a un certo ceto sociale, o l'esercizio di una determinata professione. Oggi, i colori sono irrinunciabili nel guardaroba di chiunque, e continuano ad essere molto utili anche in ambito lavorativo: basti pensare all'arancione acceso dei giubbini ad alta visibilità, ad esempio. Il nascere di nuovi filati e fibre, anche di origine sintetica, ha richiesto una sempre maggiore specializzazione dell'industria tintoria: qui, ne presenteremo alcuni degli aspetti più interessanti.

Accenni di storia

La storia delle tinture va di pari passo con la storia dell'umanità, e naturalmente è stata fortemente influenzata dalla tecnologia. La prima civiltà diventata celebre, e prospera, per la sua capacità tintoria, fu quella Fenicia: i tessuti prodotti con le tecniche fenicie avevano un valore inestimabile, grazie alla durevolezza e alla brillantezza dei colori ottenuti con la porpora di Tiro.

Nel giro di una manciata di secoli le tecniche tintorie ideate da Fenici, Egizi, Greci e Romani vennero perfezionate, creando sempre più tonalità estraendole da piante, insetti e molluschi. In Giappone, il metodo di tintura preferito era quello a base di alghe, in India, quello realizzato utilizzando il potere tintorio delle spezie.

È interessante notare come ogni civiltà abbia impiegato, per secoli, unicamente i prodotti tintori disponibili localmente, ottenendo risultati eccezionali. Le tinture naturali venivano impiegate su cotone, lino, seta e lana, e fissate con metodi variabili, come ad esempio i bagni di sale.

Arrivando alla storia più recente, possiamo definire l'Italia come un vero e proprio centro di diffusione dell'arte tintoria in Europa: la Firenze del 1400 contava su più di 200 laboratori di tintura dei fili e dei tessuti, ed era universalmente riconosciuta come centro d'eccellenza di quest'antica arte.

Oggi, il panorama tessile è molto cambiato. Le tinture naturali sono ancora un'opzione percorribile, ma non possono essere impiegate né su fili né su tessuti sintetici: perciò, si devono necessariamente utilizzare tinture di origine sintetica, adottando sofisticati procedimenti industriali che garantiscano la brillantezza e la durevolezza dei colori.

Tintura Tessile Industriale: ecco come avviene il procedimento

Per colorare un filo o un tessuto esistono due metodi principali: la tinta meccanica e la tinta chimica. Il procedimento tintorio meccanico può essere applicato a fibre con una buona capacità di assorbimento, perché prevede che il materiale da tingere assorba naturalmente il pigmento.

Invece, la tinta chimica permette di stabilire un legame tra le molecole del tessuto e quelle del colorante scelto, tramite una serie di passaggi che includono preparazione e fissaggio del colore.

I coloranti naturali, utilizzati per migliaia di anni, sono oggi riservati a lavorazioni particolari. Il motivo è semplice: la quantità di materia prima colorante richiesta è molto elevata, ed è molto complesso reperire abbastanza colorante per soddisfare le necessità di una lavorazione industriale. I pigmenti chimici consentono, invece, di tingere qualsiasi quantità di filo o tessuto a costi ragionevoli, in ambienti tintori specializzati. Inoltre, grazie ai pigmenti sintetici, è possibile ottenere colori solidi e brillanti anche sulle fibre sintetiche di ultima generazione, notoriamente difficili da trattare.

Tintura per Tessuti e Filati: i metodi più diffusi

In linea generale, è importante sapere che, perché la tinta sia permanente e perché sia possibile ottenere un buon risultato estetico, il prodotto dovrà essere immerso prima in un bagno tintorio, e poi sottoposto a ulteriori trattamenti, tra cui l'esposizione ad alte temperature o pressione, oppure il passaggio in uno o più bagni di fissaggio chimici. L'arte tintoria contemporanea si basa, perciò, anche sull'impiego di macchinari estremamente sofisticati.

A seconda del risultato che si vuole ottenere, sarà possibile optare per la tinta in massa (la fibra grezza viene colorata), per la tinta in filo, per la tinta in pezza (in cui il tessuto viene tinto) o per quella in capo, in cui il capo d'abbigliamento preconfezionato viene colorato. Il metodo tintorio più pregevole è sicuramente la tinta in filo, capace di garantire un'eccellente durevolezza di tutte le tonalità.

Come è semplice intuire, le variabili nel mondo tintorio sono moltissime, a partire dalla fibra da tingere. Naturalmente, per ogni fibra - e per ogni risultato desiderato - esistono tinte, macchinari e tecniche specifiche. Per questa ragione, Filtrading ha deciso di affidarsi a più partner per la colorazione dei fili: ognuno è specializzato in una specifica tecnica o fibra tessile, e garantisce risultati tintori eccezionali.